Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



Ritorno a Krishna

La rivista del movimento Hare Krishna

volume 11 n. 4

luglio-agosto 1999

Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.















Sri Krsna, la Persona Suprema, insieme alla Sua eterna compagna Radha, è la fonte dell'intero mondo materiale e spirituale.

Sri Caitanya Mahaprabhu, la più magnanima incarnazione di Krsna. Egli ha diffuso il canto del mantra Hare Krsna.

I discepoli di Srila Prabhupada diffondono i Santi Nomi di Krsna attraverso la danza e il canto pubblico.



Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

Acarya fondatore dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna

Srila Prabhupada è arrivato dall'India in Occidente nel 1965, all'età di sessantanove anni, per concretizzare la richiesta del suo maestro spirituale: diffondere la Coscienza di Krishna in tutto il mondo.
In dodici anni ha pubblicato più di sessanta volumi di traduzioni e commenti degli antichi testi vedici, ora distribuiti in tutto il mondo in circa quattrocento milioni di copie.
Viaggiando in Europa, Americhe, Asia, Australia e Africa, Srila Prabhupada ha fondato templi, scuole, centri culturali e comunità agricole.
Ha lasciato questa Terra nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Krishna.











La Rivista del Movimento Hare Krishna

RITORNO
A KRISHNA

FONDATA NEL 1944

FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

DIRETTORE RESPONSABILE:
Alida D'Ambrosio  Ali Krsna devi dasi

AMMINISTRAZIONE:
Nimai Pandita dasa

ABBONAMENTI:
Dananistha devi dasi

Per informazione sugli abbonamenti contattare la B.B.T. Italia - Ufficio Abbonamenti  Strada Bonazza, 12  50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI)  Tel. (055)8076414 - Fax (055)8076630.

PRONUNCIA: La traslitterazione dei termini in sanscrito di questa rivista è stata eseguita secondo il metodo adottato internazionalmente: a si pronuncia a chiusa; â si pronuncia a lunga e aperta; î si pronuncia i lunga; û si pronuncia u lunga; c è sempre dolce; j si pronuncia g dolce; r si pronuncia ri; s si pronuncia sc come in scena; altrettanto s ma più sibilante; h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (sh è sc dolce); Caitanya si pronuncia Ciaitanya.

NOMI SPIRITUALI: I membri dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna ricevono uno dei nomi di Sri Krsna o di un Suo devoto, seguito da suffisso dasa al maschile e dasi al femminile che significa servitore o servitrice. Per esempio, il nome Krsna dasa significa servitore di Krsna.

© Bhaktivedanta Book Trust  Tutti i diritti riservati

RITORNO A KRISHNA  Pubblicazione registrata presso il tribunale di Milano N° 199 del 13/03/89

Vol. 11 N. 4 - luglio-agosto 1999

Fotolito: Scriba, FI.

Stampa: Zincografica Fiorentina, Pontassieve, FI.

Sped. in Abb. Post. Comma 20/C Legge 662/96 Filiale Firenze










SOMMARIO

RICEVI LA PERFETTA CONOSCENZA DA KRSNA:
Una lezione di Srila Prabhupada

DOMANDE E RISPOSTE SULLA GITA (II PARTE)
di Krishna B. Lal

RICEVERE KRSNA PERSONALMENTE
di Satsvarupa Dasa Goswami

LA CASA DI JAGANNATHA A MAYAPUR
Luoghi dello Spirito

DHARMA NELLA BHAGAVADGITA
di Hridayananda Dasa Goswami

SRIMAD BHAGAVATAM
Devozione, Amicizia, Misericordia

MAESTRI IN CUCINA
Una cena inglese vegetariana

IL DITO DEL RE
di Ananta Sakti Dasa

I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
"I vostri capi pensano come cani e gatti"

CALENDARIO VAISNAVA
Festività, Ricorrenze, Celebrazioni

FESTA DELLA DOMENICA















RICEVI LA PERFETTA CONOSCENZA DA KRSNA

"Con l'educazione ti prepari per il futuro. Ma come ti stai preparando per la prossima vita?"

Testo adattato da una lezione tenuta a Bombay, in India, il 21 marzo 1974, da Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, Acarya fondatore dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna



sribhagavan uvaca
imam vivasvate yogam
proktavan aham avyayam
vivasvan manave praha
manur iksvakave 'bravit

"Dio, la Personalità Suprema, disse: ho insegnato questa scienza imperitura dello yoga al Dio del sole, Vivasvan, e Vivasvan l'ha insegnata a Manu, il padre del genere umano, e a sua volta Manu l'ha insegnata a Iksvaku." (Bhagavad-gita, 4.1)

Oggi parliamo della Bhagavadgita. Questo studio preliminare della scienza di Dio era stato originariamente trasmesso da Bhagavan, Dio, la Persona Suprema. Il termine bhagavan deriva da bhaga, che è conosciuto qui in India come bhagya col significato di "opulenza" o "fortuna". Una persona opulenta è chiamata bhagyavan.
Bhaga si riferisce, in particolare, alle sei opulenze: ricchezza, potenza, fama, conoscenza, bellezza e rinuncia. Queste qualità rendono una persona attraente. Una persona ricca è attraente e, analogamente, se una persona è molto forte, influente, colta o bella, attrae le altre persone. Anche se una persona è dedita alla rinuncia ai fini del beneficio pubblico, ci sentiremo attratti verso di lei. Nel mondo materiale troviamo alcune persone ricche e famose, qualche uomo forte, alcune belle donne, alcuni saggi e persone rinunciate, ma esse posseggono solo un frammento, una piccola quantità di opulenze.
Prendi un uomo ricco; può essere molto ricco a paragone di altre persone nel mondo, ma non potrà sostenere di avere tutta la ricchezza. Nessuno può sostenerlo. Nessuno può sostenere di essere l'uomo più saggio o di essere l'uomo più forte, perché per quanto possa essere forte, egli è soggetto alle leggi della natura materiale e non può andare al di là di esse. Perciò non è possibile trovare una persona suprema, ossia un bhagavan che possieda tutte le opulenze. Ciò non è possibile.
Ma qui è detto, bhagavan uvaca: "La Suprema Personalità di Dio disse." Ciò significa che Egli, Krsna, è il più ricco, il più forte, il più bello, il più saggio, il più famoso e il più rinunciato. Quando Krsna era presente nel mondo materiale, Egli dimostrò la Sua supremazia con le Sue azioni. Perciò noi prendiamo lezioni da Bhagavan, la Suprema Personalità di Dio, l'assolutamente perfetto. Che cosa ci guadagneremo ascoltando questo o quel mascalzone? Cerca di capire ascoltando dalla Personalità Suprema e perfetta, senza mai deviare.
Nella vita condizionata sono presenti quattro categorie di difetti: si fanno errori, si è preda dell'illusione, si è preda dell'inganno e si usano sensi che sono imperfetti. Siamo soggetti a queste quattro carenze. Questa è la condizione della vita materiale. Perciò a meno di riuscire a liberarsi da questi difetti, non è possibile dare una conoscenza perfetta. Questo non è possibile.
Con sensi imperfetti com'è possibile accumulare una conoscenza perfetta? Possiamo solo dire "forse", "può essere", "molto probabilmente", questo è tutto  teorie. Nessuno può dire: "E' così."
I Veda però offrono la perfetta conoscenza. Essi, per esempio, dicono esattamente quante varietà di forme di vita umana esistono: novecentomila varietà di vita nell'acqua, due milioni di varietà di alberi e piante, un milione e centomila varietà di insetti, un milione di varietà di uccelli, tre milioni di varietà di animali e quattrocentomila forme di vita umana. Ogni cosa è esattamente calcolata. Questa è la conoscenza vedica.
Qui Krsna dice che la conoscenza che Egli ci dà è perfetta. Se vuoi la perfetta conoscenza, devi ascoltare da Krsna. Bhagavan uvaca: "La Suprema Personalità di Dio disse." Bhagavan significa: "Il saggio supremo, il più potente, il più influente, il più bello, il più colto e il più rinunciato."
Osserva la rinuncia di Bhagavan! Se noi costruiamo qualcosa, ci attacchiamo ad essa. Krsna ha costruito l'intero universo, ma Lui non lo reclama per Sé. In realtà, noi non sappiamo in pratica cos'è l'universo. Cerchiamo di andare sulla luna, ma non abbiamo un'idea esatta nemmeno della luna. E vi sono innumerevoli corpi celesti. Ognuno diverso dall'altro, con differenti climi, con diverse facilitazioni e con differenti livelli di vita. Non possiamo nemmeno contare tutti i pianeti. E questo è soltanto un universo. Esistono milioni di universi.
Krsna, il Signore Supremo, è il creatore di tutti questi universi. Eppure Egli non viene mai qui, se non occasionalmente. Egli non li reclama per Se stesso. Egli li ha dati a Voi per servirvene: "Volete godere del mondo materiale? Va bene. Ve li dò. Godetene."



EDUCAZIONE MANCANTE

A cominciare da Brahma, l'ingegnere dell'universo, giù giù fino alla formica, gli esseri viventi stanno godendo. Noi creiamo i frutti delle nostre attività, e perciò riceviamo un altro corpo. Talvolta un corpo di formica, talvolta un corpo di Brahma, talvolta il corpo di un gatto, talvolta un corpo americano, talvolta di indiano, talvolta un corpo di scimmia. Così andiamo errando per tutto l'universo.
La persona saggia o colta, dovrebbe cercare di capire qual è il modo per uscire dal ciclo ripetuto di nascita e morte. Forse ora abbiamo un corpo americano o indiano, ma quale sarà la nostra prossima vita? Questo punto le persone non lo conoscono. Con l'educazione ti prepari per il futuro, ma come ti stai preparando per la vita successiva? La gente non sa nemmeno se c'è una vita successiva oppure no. Non esiste un'educazione su questo punto.
Siamo così sciocchi che non abbiamo alcuna conoscenza sulla nostra prossima vita. Dobbiamo quindi ascoltare da Krsna, la persona perfetta.
Krsna dice, dehino 'smin yatha dehe kaumaram yauvanam jara / tatha dehantarapraptih: "Come l'anima incarnata passa continuamente dalla fanciullezza, alla giovinezza, poi alla vecchiaia in questo corpo, così l'anima passa in un altro corpo al momento della morte." Questo è l'inizio dell'educazione spirituale - dehantarapraptih: dobbiamo cambiare questo corpo, trasmigrare da un corpo all'altro. Non vi è università che insegni come l'anima si trasferisce da un corpo all'altro, o che genere di corpo riceveremo successivamente. Questo genere di conoscenza ai nostri giorni non viene insegnata. Eppure la trasmigrazione è il vero problema della vita umana. Dobbiamo quindi imparare da Krsna, Bhagavan, il Supremo  Lui ci darà la perfetta conoscenza.
Krsna è così gentile che viene personalmente, ci istruisce e lascia l'istruzione registrata. Sri Krsna enunciò la Bhagavad-gita ad Arjuna e Sanjaya la registrò per grazia di Vyasadeva, il maestro spirituale di Sanjaya.
Poi Vyasadeva inserì quella conversazione nel Mahabharata. Anticamente l'intero pianeta era chiamato Bharata, o Bharatavarsa e la storia del pianeta è intitolata Mahabharata. Nel Mahabharata è inserita la Bhagavadgita per l'informazione di tutti gli esseri umani.
La Bhagavadgita non è destinata soltanto agli Hindu, agli Indiani o ai brahmana. No, è destinata a tutti. Ricevi la conoscenza da Krsna e sii felice. Se vuoi essere felice, accetta l'istruzione di Krsna.
Cerca di non deviare, interpretando la Bhagavadgita in modo capriccioso. Solo i mascalzoni fanno così. Cerca di capire ciò che Krsna dice. E' tutto qui. Allora la tua vita sarà perfetta. Cerca di capire la Bhagavadgita seguendo il metodo che Lui ti offre.
Qual è il metodo? Imam vivasvate yogam proktavan aham avyayam: "Prima ho spiegato questa scienza a Vivasvan, il dio del sole." Nessuno sa, compresi gli scienziati e i filosofi che cos'è il sole. Ma è possibile parlare col Dio del sole personalmente, a patto che tu possa qualificarti per la grazia di Krsna. Krsna è Dio, la Suprema Personalità. Egli può andare in qualsiasi luogo. Può andare là, anche se il sole è un pianeta di fuoco. I corpi sul sole sono fatti di fuoco. Come qui i corpi sono fatti di terra, vi sono luoghi dove i corpi sono fatti di acqua o di fuoco. Spazio, terra, acqua, fuoco e aria  queste sono tutte cose materiali. Perciò io ho un corpo adatto per vivere sul pianeta terra. I pesci hanno un corpo adatto a vivere nell'acqua. Tu non puoi vivere nell'acqua. I pesci non possono vivere sulla terra. Ciò non significa che è impossibile vivere nell'acqua. Analogamente, poiché tu non puoi vivere nel fuoco, ciò non significa che sia impossibile per altri. Pensare che sia impossibile è stoltezza. Il pianeta del sole è fatto di fuoco e coloro che hanno corpi di fuoco possono vivere là.
L'atmosfera è differente su ogni pianeta, proprio come l'atmosfera dell'acqua è differente dall'atmosfera della terra. Noi però sappiamo che esistono esseri viventi nell'acqua, sulla terra, nell'aria e nel cielo. Dovunque c'è vita. I corpi sono differenti, ma l'anima, la forza vivente è la stessa. La tua anima spirituale e la mia anima spirituale non sono differenti. Il mio corpo invece è considerato americano mentre il tuo è considerato indiano. Questa è la differenza. I corpi sono come differenti vestiti per l'anima.



LA LEZIONE ESSENZIALE

Questa quindi è la prima lezione spirituale: "Io non sono questo corpo.'' Allora ha inizio la conoscenza spirituale. Diversamente non c'è possibilità di conoscenza spirituale. Chi pensa: "Io sono questo corpo" è un animale, un mascalzone. Questo animalismo è diffuso in tutto il mondo _Io sono americano, io sono indiano." Bisogna andare al di sopra di questo concetto. Allora ci sarà la conoscenza spirituale. Questo è bhaktiyoga.
Solo col bhaktiyoga è possibile raggiungere il livello spirituale. Caitanya Mahaprabhu, il più grande maestro di bhaktiyoga ha espresso la nostra identità spirituale con queste parole: "Non ho niente a che vedere con le designazioni relative al corpo. Sono un'anima spirituale eterna, un eterno servitore di
Krsna." Questa è la nostra identità. Siamo tutti servitori di Krsna. I servitori che si sono ribellati a Krsna sono venuti nel mondo materiale. Krsna viene per richiamare questi servitori. Egli è così gentile.
Perciò avvantaggiamoci della venuta di Krsna e della Bhagavadgita che Egli ci ha lasciato. Leggiamola con perfetta attenzione e renderemo perfetta la nostra vita.
Vi ringrazio molto.















DOMANDE E RISPOSTE SULLA GITA
di Krishna B. Lal

PARTE 2

La Gita o Bhagavadgita (Il Canto di Dio), fu enunciata cinquemila anni fa da Krsna al principe Arjuna. Essa contiene l'essenza della conoscenza vedica.
L'autore ha composto l'introduzione della Bhagavadgita così com'è, di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, sotto forma di "Domande e risposte". La maggior parte delle risposte sono state prese testualmente da quest'introduzione.



Per quale ragione Krsna
enunciò la Bhagavadgita?

Lo scopo della Bhagavad-gita è di liberare il genere umano dall'ignoranza dell'esistenza materiale. Ognuno si trova in difficoltà in molti modi, come lo era Arjuna quando si trovò a combattere la battaglia di Kuruksetra. Ognuno è pieno d'ansia a causa dell'esistenza materiale. Nel mondo materiale siamo intrappolati nel ciclo ripetuto di nascita e morte. Perciò la nostra stessa esistenza rimane in costante pericolo nell'atmosfera della nonesistenza. In realtà non siamo fatti per essere minacciati dalla nonesistenza. Secondo la Bhagavad-gita, la nostra esistenza è eterna. Ma in un modo o nell'altro ci troviamo nell'asat. Asat si riferisce a ciò che non esiste.



Cosa distingue gli esseri umani
dagli animali?

In questo mondo, gli esseri umani non sono fatti per litigare come cani e gatti. Gli esseri umani devono essere intelligenti, per realizzare l'importanza della vita umana, e rifiutare di agire come animali ordinari. Un essere umano dovrebbe realizzare lo scopo della vita. Questa direttiva è data in tutte le scritture vediche, e la sua essenza è data nella Bhagavad-gita.
La letteratura vedica è destinata agli esseri umani, non ad altre forme di vita. Tra tanti esseri umani che stanno soffrendo, ve ne sono alcuni che realmente si pongono domande sulla loro posizione, su cosa essi sono, perché si sono trovati in questa posizione imbarazzante e così via. Finché una persona non comincia a chiedersi le ragioni della sua sofferenza, finché non comprende che non desidera soffrire ma che desidera piuttosto trovare una soluzione al suo soffrire, non può essere considerato un essere umano.
Si comincia a diventare esseri umani, quando questo genere di domande si risvegliano nella propria mente. Qualsiasi attività di un essere umano deve essere considerata un fallimento, finché egli non si fa domande sulla natura dell'Assoluto.



Chi è lo studente adatto
della Bhagavadgita?

Coloro che cominciano a porsi domande sul perché stanno soffrendo o da dove vengono e su dove andranno dopo la morte, sono studenti adatti a comprendere la Bhagavad-gita. Lo studente sincero dovrebbe anche avere un fermo rispetto per Dio, la Persona Suprema. Arjuna era un tale studente.



Qual è il soggetto trattato
dalla Bhagavadgita?

Il soggetto della Bhagavad-gita fornisce la comprensione delle cinque verità di base: la scienza di Dio, la posizione costituzionale degli esseri viventi (jiva), la natura materiale (prakrti), il tempo (kala) e l'attività (karma).



Chi è Dio secondo la Bhagavadgita?

La Bhagavad-gita stabilisce che Krsna è Dio, la Persona Suprema. Egli è il supremo controllore, il più grande di tutti. Nessuno è uguale o più grande di Lui.



Chi controlla la natura?

La Bhagavad-gita spiega che il Signore ha il controllo su tutte le attività della natura materiale. La natura materiale non è indipendente, ma agisce sotto il controllo del Signore Supremo.
Come Krsna dice, mayadyaksena prakrtih suyate sacaracaram: "La natura materiale agisce sotto la mia direzione."
Quando vediamo che accadono cose meravigliose nella natura cosmica, dovremmo sapere che dietro la manifestazione cosmica esiste un controllore. Nulla potrebbe essere manifestato senza essere sotto controllo. E' infantile non considerare colui che controlla. Per esempio, un bambino può pensare che è meraviglioso che un'automobile possa viaggiare senza essere tirata da un cavallo o da un altro animale, ma un uomo adulto conosce il funzionamento dell'automobile e di come sia spinta da un motore. Sa anche che alla guida della macchina si trova una persona, un autista. Similmente, il Signore Supremo è il conducente sotto la cui direzione tutto funziona.



Come Arjuna descrive che
Krsna è Dio?

Il modo in cui Arjuna accetta Krsna, come Dio, la Persona Suprema, è spiegato nel decimo capitolo (10,12-14) della Bhagavad-gita: "Arjuna disse: Tu sei Dio, la Personalità Suprema, la suprema dimora, il più puro, la Verità Assoluta. Tu sei la Persona originale, eterna, trascendentale, il nonnato e il più grande. Tutti i grandi saggi come Narada, Asita, Devala e Vyasa lo proclamano ed ora Tu stesso me lo dichiari. O Krsna, accetto come verità assoluta tutto ciò che mi hai detto. Né gli esseri celesti né gli esseri demoniaci, o Signore, possono capire la Tua personalità." Dopo aver ascoltato la Bhagavad-gita Arjuna accettò Krsna come il Supremo Brahman. Ogni essere vivente è Brahman, o spirito, ma la Suprema Personalità di Dio è il Supremo Brahman.



Come Arjuna sostiene la sua affermazione che Krsna è Dio?

Si potrebbe pensare che poiché
Krsna era amico di Arjuna, egli lo
chiamava Dio per adularLo. Ma Arjuna, allo scopo di rimuovere questo dubbio dalla mente dei lettori della Bhagavad-gita, conferma queste lodi quando dice che Krsna è accettato come la Suprema Personalità di Dio, non solo da lui stesso ma da autorità quali Narada, Asita, Devala e Vyasadeva. Queste sono grandi personalità che distribuiscono la conoscenza vedica come è accettata dai grandi maestri della tradizione vedica. Pertanto Arjuna dice a Krsna, di accettare tutto quello che Lui afferma come completamente perfetto.



Possiede Dio una forma e una personalità o è senza forma o vuoto?

La Bhagavad-gita spiega che Dio è il tutto completo e tutte le manifestazioni derivano dalle sue differenti energie. Il tutto completo comprende il supremo controllore, gli esseri viventi controllati, la manifestazione cosmica, il tempo eterno e il karma, o attività, e tutti questi elementi sono spiegati nella Gita. Tutti questi elementi nel loro insieme formano il tutto completo, e il tutto completo è definito la Suprema Verità Assoluta. Il tutto completo e la completa Verità Assoluta sono la completa Personalità di Dio, Sri Krsna. Tutte le manifestazioni derivano dalle Sue differenti energie. Egli è il tutto completo.
Le persone che non possiedono sufficiente intelligenza, considerano che la Suprema Verità è impersonale, ma Krsna è una persona trascendentale. Questo è confermato in tutta la letteratura vedica. Come noi siamo tutti esseri viventi individuali, la Suprema Verità Assoluta è anche, in ultima analisi, una persona e la realizzazione della Personalità di Dio è anche la realizzazione di tutte le Sue forme trascendentali nella Sua forma completa. Il tutto completo non è privo di forma. Se non possedesse una forma o fosse inferiore a qualunque altra cosa, non potrebbe essere il tutto completo. Il tutto completo deve possedere tutto all'interno e al di là della nostra esperienza.



Cosa dice Krsna nella Gita
sull'adorazione degli esseri celesti?

Nella Bhagavad-gita l'adorazione agli esseri celesti e il servizio offerto a loro non sono approvati. Nel verso 20 del settimo capitolo è affermato: "Coloro la cui intelligenza è stata rubata dai desideri materiali si sottomettono agli esseri celesti e seguono, ciascuno secondo la propria natura, le norme relative al loro culto." Qui si sostiene chiaramente che coloro che sono guidati dalla lussuria adorano gli esseri celesti e non adorano Krsna, il Supremo Signore. Quando Krsna discese nel mondo materiale per manifestare i Suoi divertimenti a Vrndavana, scoraggiò persino Suo padre Nanda Maharaja dall'adorare il deva Indra, perché voleva insegnare che non è necessaria l'adorazione di nessun essere celeste. Bisogna adorare soltanto il Supremo Signore, perché lo scopo finale è quello di ritornare alla Sua dimora.




Possediamo qualcosa?

Il Signore è purnam, completamente perfetto e non esiste alcuna possibilità che Lui sia assoggettato alle leggi della natura materiale. Bisogna pertanto essere abbastanza intelligenti, da sapere che il Signore è l'unico proprietario di ogni cosa nell'universo e che è il creatore originale  il creatore di Brahma, che è ordinariamente considerato il creatore dell'universo. Nell'undicesimo capitolo Krsna è chiamato prapitamaha perché Brahma è chiamato prapitamaha, l'antenato, e Krsna è il creatore dell'antenato.
Nessuno quindi dovrebbe considerarsi proprietario di qualcosa; bisognerebbe accettare solo quello che il Signore ha destinato quale quota per il proprio sostentamento.
Ci sono molti esempi di come bisogna usare le cose destinateci dal Signore. Questo punto è spiegato nella Bhagavad-gita. Per esempio, gli animali possono uccidere altri animali e non commettono alcun peccato, ma se un uomo uccide un animale per soddisfare il suo palato, non sotto controllo, è responsabile di aver infranto le leggi della natura.
Krishan B. Lal, un membro a vita dell'ISKCON, è in pensione e vive ad Huntington Beach, California.















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RIFLESSIONI DALLA STRADA

Ricevere Krsna Personalmente

di Satsvarupa Dasa Goswami

La maggior parte delle persone che leggono questa rivista capisce, almeno teoricamente, che Krsna è Dio e che noi siamo i Suoi servitori. Molti di noi sono diventati pessimisti circa la possibilità di ottenere la felicità materiale e ottimisti circa la possibilità di ottenere la felicità spirituale. Noi aspiriamo a raggiungere i piedi di loto di Krsna e a servirLo personalmente. Lui, i cui nomi abbiamo cantato, le cui attività abbiamo celebrato, le cui forme abbiamo adorato, cui abbiamo offerto omaggi innumerevoli -
il supremamente affascinante Sri Krsna che conosciamo  può diventare nostro se sviluppiamo il puro amore per Dio. Se siamo neofiti nella vita spirituale, sappiamo che il primo passo consiste nel collegare i nostri desideri con l'offerta a Krsna delle nostre attività.
Ciò che stiamo cercando è uno scambio personale con Krsna. Abbiamo sentito dire che c'è una relazione diretta tra le nostre pratiche coscienti di Krsna e il fatto di ricevere la misericordia di Krsna. Perciò ci sforziamo di essere sinceri, di agire in modo appropriato, di agire nel modo migliore, di cantare in modo puro, di capire che cosa significa essere un devoto  e facciamo tutto ciò per anni. Noi aspettiamo, in deferente attesa, che Krsna appaia.
Ma Egli non appare. Krsna non appare su richiesta, ma solo per la Sua dolce volontà. Non c'è un procedimento meccanico  non yoga, non preghiere meccaniche, né mantra, che possano indurre il Signore ad apparire.
Forse, col passare degli anni sentiamo esaurirsi la nostra pazienza. Quando Lo vedremo? Che cosa Lo indurrà ad apparire? Sentiamo il peso della vita in questo mondo. I nostri bambini stanno crescendo ed hanno bisogno della nostra attenzione, le nostre carriere ci spingono, e mentre aspettiamo Krsna, troviamo necessario curarci di queste preoccupazioni. Il nostro fervore iniziale ondeggia sotto la duplice richiesta di pazienza e di una vita indaffarata. Talvolta ridimensioniamo le nostre aspirazioni e impariamo ad accontentarci di una relazione a distanza con Krsna. La nostra bramosia spirituale diminuisce e cessiamo di prendere Krsna in modo così personale. Fortunatamente Krsna non cessa di interessarsi personalmente di noi. Egli si sente obbligato ad aiutarci fino al punto dell'amore perfetto. Krsna prende i devoti sotto la Sua cura fornendo loro esperienze di vita, grazie alle quali essi imparino ad evocare il loro amore per Dio.
Sri Krsna ci tratta in modo così personale, e noi dovremmo reciprocare con Lui seguendo la Sua guida. Ascoltare il Bhagavatam, cantare il santo nome e associarsi con i puri devoti sono attività essenziali per coloro che desiderano rendere più acuti i loro desideri spirituali. Srila Prabhupada scrive: "Col sincero sforzo di ascoltare lo Srimad-Bhagavatam si realizza la propria relazione costituzionale col Signore, nello stato d'animo trascendentale... e con tale realizzazione ci si situa subito nel servizio trascendentale del Signore... Grazie a queste azioni, la lussuria materiale accumulata viene ripulita, con lo sforzo personale del Signore, all'interno del cuore. Il Signore è sempre nel cuore dell'essere vivente, ma diventa manifesto grazie al servizio devozionale individuale." (S.B. 2.8.5 Spiegazione) Tutti i devoti vogliono vedere Krsna. Sebbene l'apparizione di Krsna davanti a un devoto sia riservata agli amanti di Dio più elevati, i principianti che vedono il Signore agire nella loro vita, possono mantenere l'entusiasmo per penetrare alla Sua presenza. Ascoltare che grandi devoti hanno avuto successo in questo tentativo può anche ispirarci alla fiducia.
Krsna ci dice nella Bhagavad-gita: "Tutti seguono la mia via, in un modo o nell'altro, o figlio di Prtha, e nella misura in cui si abbandonano a Me, Io li ricompenso." (B.g. 4.11) Ogni anima ha una sua relazione personale con Krsna, sebbene non tutte le anime riconoscano questo fatto. Per coloro che lo riconoscono, Krsna personalmente Si fa avanti per reciprocare. Il modo in cui Krsna reciproca non è soggetto al nostro controllo. La Sua risposta alle nostre preghiere prenderà un corso perfettamente delineato, al fine di aumentare il nostro amore per Lui. In una famosa storia del devoto Narada Muni, Krsna apparve davanti a lui e poi scelse di scomparire. Krsna voleva accrescere la bramosia di Narada per Lui. Questa bramosia brucia le scorie che separano i devoti dal loro puro amore per Lui. Perciò, comunque Krsna scelga di rispondere, i devoti sono soddisfatti. Essi sanno di avere l'attenzione personale del Signore su di sé.
La coscienza di Krsna non è un mero esercizio di spiritualità; la sua pratica è intensa e rilevante per la nostra condizione. Noi siamo destinati a considerare Krsna personalmente. La nostra predica nel mondo materiale è realmente una predica; il servizio devozionale è realmente il solo mezzo di liberazione. La meta dell'amore per Dio è realmente a portata di mano. Possiamo scegliere di vedere queste verità da una distanza accademica, oppure possiamo viverle soggettivamente e con la fede che Krsna è sempre presente davanti a noi, in un modo o nell'altro.















Luoghi dello Spirito

La Casa di Jagannatha a Mayapur

Come accadde che una famosa divinità di Krsna
cominciò ad essere adorata in un remoto villaggio
del Bengala.

Mayapur, situata nel Bengala Occidentale, luogo di nascita di Sri Caitanya Mahaprabhu, è la sede del più grande centro dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna. Nel 1978 l'ISKCON Mayapur ha assunto la responsabilità dell'adorazione di Jagannatha, Balarama e Subhadra installati in un vicino tempio.
Le divinità originali di Jagannatha (Krsna, il Signore dell'universo), Suo fratello Balarama e Sua sorella Subhadra sono state adorate a Puri, sulla costa dell'Orissa, per migliaia di anni. Secondo la tradizione, cinquemila anni fa, quando Krsna era presente sulla terra, Krsna, Balarama e Subhadra furono trasformati a causa dell'estasi spirituale che avevano provato, nell'ascoltare un devoto che descriveva i divertimenti dell'adolescenza di Krsna. Il saggio Narada, che si trovò a passare, rimase senza parole nel contemplare queste loro forme estatiche e chiese quindi che Essi permettessero che, delle Divinità che Li raffigurassero come apparivano ora, potessero essere adorate. Quelle Divinità  di Jagannatha, Balarama e Subhadra  risiedono attualmente in un grandioso tempio in Puri e attraggono pellegrini da ogni parte dell'India, in particolar modo dall'Orissa e dal Bengala.
La storia che segue racconta di come accadde che Jagannatha, Balarama e Subhadra cominciarono ad essere adorati in Mayapur.



Molte centinaia d'anni fa, nello stato indiano conosciuto oggi come Orissa, un uomo malvagio di nome Raktabahu distruggeva templi e creava il panico nel cuore delle persone pie. Quando a Puri i devoti del Signore Jagannatha appresero delle violenze di Raktabahu, furono presi dalla paura e avvicinarono Sri Jagannatha.
I devoti pregarono: "O adorabile Signore, siamo in grande ansia nell'ascoltare che il vile Raktabahu sta distruggendo templi e Divinità. Egli sta viaggiando in questa direzione e potrebbe arrivare in qualunque momento per attaccare il Tuo tempio. Se questo succederà noi saremo costretti a suicidarci, perché non saremo mai in grado di tollerare alcuna azione commessa contro di Te. Per favore salvaci da questo pericolo, facendo qualcosa per proteggere, O Signore onnipotente, la Tua divina forma e il Tuo tempio." Quella notte Jagannatha apparve in sogno al capo dei sacerdoti e gli disse: "Sono stupito dall'ardente amore e devozione dei Miei devoti. Voi tutti, Mi amate più di voi stessi. Nessuno può danneggiare la Mia forma divina o il Mio tempio. Solo con la Mia volontà posso tenere lontano tutti i non devoti. Ma, per benedire i Miei devoti e reciprocare con loro, spesso accetto ciò che può sembrare un disagio, per fare in modo che l'amore e l'attaccamento dei Miei devoti aumenti senza limiti.
"Domani, perciò, per favore portate fuori dal tempio Balarama, Subhadra e Me stesso e partite per il Bengala. Dovete viaggiare seguendo la strada della giungla, per evitare Raktabahu, che sta arrivando dalla strada principale. Non abbiate paura, Io vi proteggerò sempre." Il Signore scomparve dal sogno. Il sacerdote si svegliò e diffuse il messaggio.
Immediatamente i devoti organizzarono il viaggio del Signore. Il sistema tradizionale di Jagannatha Puri stabilisce che, a devoti di differenti ceti sociali, siano assegnati particolari servizi per il Signore. I devoti del gruppo dei sabara portano sempre le Divinità quando Esse lasciano il tempio in occasione dei festival.
Così quando il messaggio del Signore giunse ai sabara, essi si organizzarono per partire il mattino successivo.
I sabara camminarono, trasportando le Divinità per tutto il giorno e prima del tramonto si fermarono in un posto adeguato. Raccolsero frutti, fiori e foglie nella giungla per adorare le Divinità. La mattina successiva, dopo aver adorato le Divinità, i sabara s'incamminarono verso la prossima destinazione. In questo modo trascorsero undici giorni. Il dodicesimo giorno arrivarono a Simantadvipa, una delle nove isole di Navadvipa Dhama, il luogo santo dei divertimenti di Sri Caitanya, nel Bengala Occidentale.
Quella notte Jagannatha apparve in sogno ai sabara ed espresse il desiderio di fermarSi in quel posto. Egli affermò che era il posto più adatto e completamente trascendentale. I devoti sabara soddisfecero il desiderio del Signore di rimanere in quel posto.



LA SCOPERTA
DELLE DIVINITA'

I sabara servirono il Signore per generazioni. Ma gradualmente le Divinità e il tempio scomparvero. Tuttavia il Signore non lasciò mai quel posto, come fu rivelato successivamente, cinquecento anni fa durante il periodo dei divertimenti di Sri Caitanya Mahaprabhu.
A quel tempo un devoto di nome Jagadisa Ganguli viveva in un piccolo villaggio nelle vicinanze di Mayapur. Jagadisa era un devoto molto elevato e sebbene fosse molto anziano, ogni anno percorreva novecento chilometri per partecipare al Rathayatra del Signore Jagannatha (festival dei carri) a Puri.
Un giorno Jagadisa fu colpito da una malattia che lo rese cieco. Quando comprese che non avrebbe più potuto contemplare la divina forma di Sri Caitanya, e le Divinità di Jagannatha si rattristò molto. Inoltre i suoi amici considerarono che il pellegrinaggio annuale a Puri fosse troppo lungo e pericoloso per lui e rifiutarono di portalo con loro. Jagadisa rimase a casa, sopraffatto dal lamento e dalla tristezza. Una notte Jagannatha apparve in sogno a Jagadisa. Il Signore gli disse che il mattino successivo, quando sarebbe andato al Gange per le abluzioni mattutine, un tronco avrebbe toccato la sua testa, ed egli avrebbe riacquistato la vista. Il Signore disse inoltre a Jagadisa di portare il tronco in un vicino villaggio, dove viveva un devoto falegname e di chiedergli di scolpire una Divinità di Jagannatha. Il Signore gli affermò che il falegname avrebbe rifiutato di eseguire l'opera, in quando era un lebbroso ed aveva le mani deformate, ma disse che Jagadisa avrebbe dovuto insistere e convincere il falegname lebbroso a svolgere il lavoro e che quando il lavoro sarebbe finito, il Signore lo rassicurò, la lebbra del falegname sarebbe scomparsa.
Proprio come il Signore aveva predetto, quando l'indomani Jagadisa fece il bagno nel Gange, un tronco toccò la sua testa ed egli riacquistò la vista. Prese il tronco e lo portò nel vicino villaggio, dove cercò e trovò il falegname lebbroso. Jagadisa implorò il lebbroso di scolpire dal tronco la Divinità di Jagannatha, ma il falegname rifiutò.
Il lebbroso mostrò a Jagadisa le sue dita deformate e gli chiese: "Come posso scolpire la forma divina del Signore con queste mani?"
Ma Jagadisa insistette e gli annunciò che la lebbra sarebbe guarita non appena avesse finito la scultura. Alla fine il lebbroso acconsentì.
Jagadisa rimase col lebbroso mentre lavorava e lo vide soffrire terribilmente. Sangue e pus fuoriuscivano dalle sue mani senza dita ed egli continuava a desiderare di abbandonare il lavoro. Ma Jagadisa lo incoraggiò e lo aiutò a dimenticare la sua agonia, finché non finì di scolpire la Divinità di Jagannatha.
Appena ebbe finito la sua lebbra scomparve.
Jagadisa portò la Divinità, nel posto dove si trova attualmente il tempio di Jagannatha a Mayapur e cominciò ad adorarLo. Dopo alcune notti, Jagadisa ebbe un altro sogno. Questa volta Jagannatha gli disse di chiedere allo stesso falegname di scolpire in legno di nima le Divinità di Balarama e Subhadra Devi. Jagadisa lo fece ed installò queste Divinità nel tempio accanto a Jagannatha.



UN NUOVO TEMPIO

Dopo la morte di Jagadisa, nel corso degli anni l'adorazione delle Divinità diminuì e infine Jagannatha, Subhadra e Balarama furono dimenticati e il loro tempio crollò. Circa sessanta anni fa i residenti di un villaggio vicino notarono un fiore blu di particolare bellezza, che cresceva sulla cima di una catasta di termiti. Quando si avvicinarono alla pila sentirono una voce che diceva: "Per favore datemi dell'acqua. Ho sete."
Gli abitanti del villaggio dissotterrarono le Divinità di Jagannatha, Balarama e Subhadra e benché esse fossero state ricoperte di termiti per lungo tempo, il legno non era stato danneggiato. Così l'adorazione riprese.
Nel 1978 il pujari (sacerdote) sentì che non sarebbe stato in grado di continuare l'adorazione delle sue amate Divinità per molto tempo e donò il tempio all'ISKCON, che fece costruire un nuovo splendido tempio, circondato da giardini di fiori profumati e da frutteti di mango.
Gli attuali responsabili invitano tutti i pellegrini che visitano Sri Mayapur a visitare il tempio di Jagannatha. Le scritture affermano che Jagannatha Puri è eternamente manifestata in questo santo luogo, e che visitandolo si acquisiscono gli stessi benefici che si ottengono visitando Jagannatha Puri.



Figure:

(qui sopra) Una panoramica del tempio di Jagannatha di cui la ISKCON si è presa la responsabilità. Nel riquadro una fotografia delle divinità di Jagannatha, Subhadra e Balarama.

Quando la ISKCON giunse in questo luogo le divinità risiedevano nella struttura di questo semplice tempio (in alto).

(a destra) Nel 1985, durante l'annuale raduno mondiale della ISKCON a Mayapur, i devoti portano le divinità in processione da un tempio all'altro.

(in alto) Una esposizione di diorama narra la storia dell'apparizione delle divinità a Mayapur.

(a sinistra) Sua Santità Bhakti Caru Swami, uno dei leader della ISKCON di Mayapur, offre l'adorazione alle divinità nel nuovo tempio.










I Divertimenti di Jagannatha

Le scritture vediche c'insegnano che il Signore appare nella forma della Divinità per accettare la nostra adorazione e il nostro servizio. La divinità pertanto non è differente dal Signore stesso. Non è dunque sorprendente che la Divinità compia delle attività, che non potrebbero essere compiute da una statua ordinaria.
Le scritture vediche e le storie di molti templi raccontano di Divinità che parlano, camminano, appaiono in sogno e così via. Alcune Divinità hanno la fama di reciprocare con i propri devoti in un modo direttamente percepibile.
Il Signore Jagannatha a Mayapur è una di queste Divinità. Pankajanghri Dasa, il capo sacerdote dell'ISKCON Mayapur, ha raccontato i seguenti divertimenti durante un festival al tempio di Jagannatha.



Il Signore Jagannatha fa delle passeggiate

Le persone che vivono nella casa più vicina al tempio, hanno riferito che Jagannatha fa delle passeggiate. In effetti, non Lo hanno mai visto ma hanno potuto sentirLo, soprattutto il sabato sera. Hanno visto un bagliore venire dal tempio ed hanno potuto sentire il tintinnio delle cavigliere e un dolce profumo che riempiva l'aria.



Perché andare a Puri?

Una volta un pellegrino che, venendo dal Nord, andava a Puri per andare a adorare Jagannatha, si addormentò nel treno. Il Signore gli parlò in sogno: "Mio caro devoto, non hai bisogno di andare fino a Puri perché Io risiedo molto vicino a qui. Scendi alla prossima stazione e vai verso nordovest. Troverai un tempio dove potrai contemplarMi fino alla tua piena soddisfazione. Il pellegrino seguì l'istruzione e trovò il tempio.



Il Signore Jagannatha rifiuta di andarsene

Alcuni brahmana di un villaggio adiacente, pensarono che avrebbero potuto adorare meglio Jagannatha nel loro villaggio. Così un giorno Lo rubarono dal tempio. Mentre trasportavano il Signore attraverso i campi, improvvisamente sentirono il richiamo della natura e dovettero fermarsi. Essi posarono per terra la Divinità, ma quando tornarono non furono più in grado di sollevarLa. Chiamarono altre persone in aiuto, ma non riuscirono a spostare il Signore. Alla fine compresero che Jagannatha non voleva lasciare il suo tempio. Essi tornarono al tempio e dispiaciuti dissero ai sacerdoti: "La vostra Divinità si trova nei campi, e vuole tornare indietro." Così i due sacerdoti andarono a riprenderLo e facilmente Lo riportarono a casa.



Il Signore procura le medicine

Una volta in questa zona si diffuse una grande epidemia. Molte persone si ammalarono e molte morirono. Il Signore Jagannatha apparve in sogno al pujari e gli parlò di una medicina, che avrebbe potuto curare la malattia. Al mattino il sacerdote chiamò tutti gli abitanti del villaggio e chiese di raccogliere gli ingredienti per preparare la medicina, ma mancava un ingrediente che non cresceva in quella zona. Più tardi, durante il giorno, arrivò un bambino con un ramo e lo diede alla moglie del sacerdote. Quando il sacerdote tornò e vide il ramo si eccitò molto.
"Oh! E' proprio quello di cui avevamo bisogno. Chi l'ha portato?"
"L'ha portato un bambino molto attraente", rispose la moglie. "Non penso che fosse di questo villaggio, non l'avevo mai visto prima."
Gli abitanti del villaggio prepararono la medicina e tutti guarirono. Da quel giorno Jagannatha fu considerato con molto rispetto anche dai non Hindu.



Mancanza di foglie di tulasi

Quando il tempio era appena stato affidato all'ISKCON, eravamo soliti portare alle Divinità il pranzo di mezzogiorno dal Mayapurcandrodaya Mandir (il tempio principale dell'ISKCON), perché a quel tempo non avevamo abbastanza devoti per tenere dei cuochi lì. Andando in bicicletta il pujari portava il pasto cucinato e lo offriva al Signore Jagannatha. Un giorno mentre metteva il cibo sull'altare davanti a Jagannatha, il pujari si accorse di aver dimenticato di portare delle foglie di tulasi, che avrebbe dovuto mettere nei piatti dell'offerta.
Il pujari si chiese: "Devo tornare al tempio a prendere delle foglie di tulasi e metterle nei piatti? Poiché la porta è rotta se lo faccio, potrebbe entrare un cane o dei bambini."
Così pensando si scusò col Signore Jagannatha per non essere in grado di offrirGli delle foglie di tulasi.
Dopo aver fatto l'offerta, si sedette fuori della porta e recitò dei mantra, mentre le Divinità mangiavano. Quando riaprì la porta dell'altare, vide in mezzo al piatto di riso un bel ramo di foglie di tulasi.



"Laggiù hanno davvero del buon prasadam."

Quando all'ISKCON fu donato il tempio e il terreno, vi erano numerosi comproprietari e molti di loro avevano già firmato l'atto di donazione. Il responsabile dell'ISKCON Mayapur, Jayapataka Swami, sosteneva però, che non si doveva cominciare l'adorazione completa, finché tutti i proprietari non avessero firmato.
Ma senza che lui lo sapesse, il pujari aveva già cominciato ad offrire del cibo, portato dal tempio principale. Così dopo aver avuto questa istruzione il pujari smise di fare le offerte. La notte successiva il pujari sognò che quando andava a svegliare le Divinità non Le trovava. In grande eccitazione corse fuori e vide le Divinità che camminavano nei campi.
"Jagannatha, Baladeva, Subhadra dove state andando?"
"Non ci state nutrendo, perciò andiamo al Mayapurcandrodaya Mandir, hanno del buon prasadam laggiù, un sacco di prasadam."
Quando Jayapataka Swami sentì di questo sogno, diede istruzioni al pujari di riprendere a portare il loro pasto alle Divinità.















Cultura Vedica

IMPARANDO DALLA SAGGEZZA DEI VEDA

DHARMA
nella Bhagavadgita

Sri Krsna cambia la comprensione di Arjuna
 per quanto riguarda la religione e il dovere.

di Hridayananda Dasa Goswami



Nel comune uso inglese il termine sanscrito "dharma" si è unito a yoga e a karma. L'accezione più comune di dharma è "religione" o _dovere", ma questi significati sono incompleti. Nella Gita Sri Krsna si riferisce a dharma in modo progressivamente più profondo, diffondendo luce sul significato del termine dharma e sulla sua importanza per la crescita spirituale individuale.
Nella vita tutti incontriamo conflitti etici, anche se meno drammatici di quelli di Arjuna. Come vedremo la Gita aiuta a prendere intelligenti decisioni mostrando come la pietà ordinaria sia carente nell'elargire la soddisfazione senza fine del servizio a Dio.
Dharma è la prima parola della Bhagavad-gita. La grande opera comincia col vecchio re cieco, Dhrtarastra, che chiede a Sanjaya, il suo segretario, di informarlo sul corso della battaglia che stava svolgendosi sul "campo del dharma" (dharmaksetra). Consapevole della natura malvagia dei suoi figli, Dhrtarastra si preoccupava che l'influenza spirituale del dharma favorisse i pii Pandava. Mentre il primo capitolo della Gita si apre, anche Arjuna diventa gradualmente circospetto circa l'influenza del dharma. Egli teme che la sua partecipazione e quella di Krsna alla guerra, condurranno ad una violazione del dharma e ad una residenza perpetua all'inferno.
Nel nome del dharma Arjuna propende per la nonviolenza presumendo che attaccare e uccidere tanti capi, quasi tutti padri e mariti, destabilizzerà le importanti famiglie e comunità di cui questi uomini sono responsabili. Le famiglie stesse hanno un'importanza vitale per mantenere la pace e la virtù della società. L'argomentazione di Arjuna, letteralmente tradotta, continua nel modo seguente:

Con la distruzione della famiglia, il dharma perenne della famiglia è distrutto. Quando il dharma è distrutto, l'adharma (l'opposto del dharma), sopraffà la famiglia intera. Col predominio di adharma, o Krsna, le donne restano contaminate. Quando le donne sono contaminate, o Varsneya, nasce la confusione degli ordini sociali. Questa confusione porta all'inferno sia i distruttori della famiglia che le famiglie stesse. Certamente gli antenati cadono (dai cieli) perché le offerte di riso e d'acqua vengono sospese. Con questi crimini degli uccisori della famiglia, che causano la confusione delle classi sociali, i dharma della comunità e i dharma eterni della famiglia sono devastati. L'abbiamo sempre sentito dire, o Janardana, che gli uomini che rovinano il dharma della famiglia hanno la loro residenza fissa all'inferno.
(B.g. 1,3943)

Arjuna ha esplorato un tema familiare a molti libri vedici, cioè che il dharma protegge quando è protetto, ferisce quando è ferito. Arjuna avrebbe ucciso i re in battaglia, i quali, nella stragrande maggioranza proteggevano almeno le regole fondamentali del dharma riguardo all'etica, all'ordine sociale e ai tradizionali riti religiosi del mondo. Sri Krsna sta per insegnare al Suo amico Arjuna che persino al di sopra del dharma, c'è Dio, che per le Sue ragioni, desidera questa battaglia. Sri Krsna rifiuta gli argomenti di Arjuna considerandoli una mera "debolezza di cuore" (hrdayadaurbalyam) e _impotenza" (klaibyam), e incita Arjuna a combattere. Nonostante i precedenti argomenti sulla base del dharma, Arjuna ora ammette, di avere in realtà la mente confusa per quando riguarda il dharma, dharma-sammudhacetah (B.g. 2.7). Arjuna allora mette da parte le sue argomentazioni e si arrende a Sri Krsna come suo maestro spirituale, così Sri Krsna comincia ad insegnargli la Bhagavadgita nella sua verità.



PRIMA ALCUNE LEZIONI SULL'ANIMA

Sri Krsna non si rivolge subito ad Arjuna sull'argomento del dharma, come ci aspetteremmo in un tipico dibattito. Il Signore, invece, rivela prima ad Arjuna, in venti versi (B.g. 2,1130) la natura eterna dell'anima. Poi il Signore torna al discorso del dharma per dimostrare che è proprio Arjuna ad aver trascurato il suo dharma rifiutando di combattere: _E anche considerando il tuo dharma personale, non è giusto per te esitare. Non c'è niente di meglio per un guerriero che una battaglia basata sul dharma." (B.g. 2,31)
E' significativo qui che dopo una completa spiegazione dell'anima eterna, il Signore menzioni il dharma come punto aggiuntivo da prendere in considerazione. Da altre scritture si potrebbe ricevere l'impressione che la vita è destinata a praticare il dharma. Ma troviamo invece nella Bhagavad-gita che il dharma stesso è destinato a favorire il vero scopo della vita, quello di comprendere l'anima eterna e la sua relazione con l'Anima Suprema, Krsna.
Sri Krsna conclude questo breve riferimento al dharma come un proprio dovere personale dicendo: "Ora se tu non combatti in questa battaglia, avendo rinunciando al tuo dharma personale e alla reputazione, ti esponi a una colpa."
In tutto il resto della Gita Egli parla del dharma nei termini del Suo insegnamento alla conoscenza spirituale, e non direttamente per rispondere all'argomentazione di Arjuna a proposito del dharma come pratica ordinaria religiosa e morale.
Avendo spiegato che l'anima è distinta dal corpo materiale, il Signore ora afferma (B.g. 2.39) che ciò che egli ha insegnato ad Arjuna è _reale intelligenza e comprensione" (bhuddhi) e che Egli l'ha insegnato in _senso filosofico" (sankhye). Ora, dice il Signore, Egli parlerà della medesima bhuddhi, ossia dell'intelligenza spirituale, ma nella pratica (yoge). Ed è precisamente a questa comprensione spirituale applicata (bhuddhir yoge) che il Signore ora dà il nome del dharma: _Anche un piccolo ammonto di questo dharma salva dal più grande pericolo perché in questo sforzo non c'è perdita né diminuzione.'' (B.g. 2.40)



I PROPRI DOVERI INDIVIDUALI

Il riferimento successivo al dharma di Sri Krsna rafforza la Sua precedente affermazione che Arjuna deve compiere il suo proprio dharma, non trascurarlo in nome del harma. Arjuna non può né proteggere il dharma né mantenersi al livello spirituale, se abbandona i doveri propri della sua natura. Così il Signore dice: _Il proprio dharma individuale, compiuto imperfettamente, è migliore del dharma di un altro compiuto alla perfezione. La distruzione nel proprio dharma è migliore perché compiere il dharma di un altro porta al pericolo." (B.g. 3.35)
Nel quarto capitolo Sri Krsna rivela che Egli appare in questo mondo per proteggere i principi del dharma e per limitare l'influenza distruttiva dell'adharma: "Certamente, ogni volta che un declino del dharma si verifica, o Bharata, (Arjuna) e si ha un incremento di adharma, Io mi manifesto in persona. Per liberare le persone sante e vincere i miscredenti, per ristabilire il dharma, Io appaio in ogni era." (B.g. 4.78)
E' chiaro in questo contesto che un sadhu, una persona santa, segue il dharma, mentre un miscredente, duskrt, pratica e promuove adharma. Così Krsna stesso promette solennemente di ristabilire il dharma, sostenendo i fautori del dharma e vincendo coloro che vi si oppongono.
Così il quadro completo comincia ad emergere. Un governo efficace non solo deve creare le leggi, ma deve anche rafforzarle. In modo analogo il Signore Supremo esibisce la Sua legge come dharma. Quando l'obbedienza alla Sua legge decade e gli esseri umani diffondono invece la loro _legge" illecita, il Signore discende per proteggere i cittadini del Suo regno, per vincere i fuorilegge che praticano l'adharma, e per ristabilire nella società umana il prestigio e il potere della Sua volontà.
Possiamo ora vedere perché l'argomento iniziale di Arjuna  cioè obbedire a Sri Krsna e combattere sarebbe stata cosa contraria al dharma  non può essere considerata cosa giusta. Il dharma non è altro che la volontà del Signore. Per Arjuna, inoltre, combattere è il suo vero dharma.
Come ulteriore enfasi su questo punto, Sri Krsna più tardi afferma che anche le attività apparentemente mondane, come il combattimento e i rapporti sessuali, possono essere compiuti al livello dello spirito, secondo il dharma: _E Io sono la forza del forte, libera da lussuria e attaccamento. O migliore dei Bharata, Io sono il sesso non contrario al dharma." (B.g. 7.11)



DHARMA E CONOSCENZA SPIRITUALE

Sri Krsna parla nuovamente del dharma nel nono capitolo, quando dichiara che la conoscenza spirituale di Se stesso è dharmya, favorevole al dharma e coerente con esso: ''Poiché tu sei libero dall'invidia, ti svelerò la conoscenza più confidenziale insieme con la sua realizzazione, grazie alla quale sarai liberato da ogni cosa non propizia. Questa conoscenza è il re di tutte le scienze, il re dei segreti e il purificatore sovrano. Compresa per diretta percezione, essa è favorevole al dharma, molto facile a compiersi, ed eterna. Le persone che non ripongono la loro fede in questo dharma, o vincitore del nemico, non possono raggiungerMi, ma tornano sul sentiero della morte e dell'esistenza materiale." (B.g. 9.13)
E' significativo qui che Sri Krsna ripeta l'espressione "questo dharma" (asya dharmasya) precedentemente notato: "Anche una piccola quantità di questo dharma salva dal pericolo più temibile, e non c'è perdita in questo sforzo né diminuzione." (B.g. 2.40)
Chiaramente Sri Krsna riserva l'espressione "questo dharma" per le discussioni riguardanti la coscienza di Krsna, la pura devozione al Signore. Nel capitolo nono, "questo dharma" si riferisce al supremo metodo che Sri Krsna definisce "molto facile da compiere", (susukham kartum): il servizio devozionale al Signore  il solo metodo elogiato nel capitolo. In marcato contrasto, Sri Krsna critica il dharma vedico ordinario, grazie al quale si cerca di risiedere sui pianeti celesti di Indra: "Coloro che seguono la scienza dei tre Veda e bevono il Soma, coi sensi purificati, aspirano a salire sui pianeti celesti mediante i sacrifici. Avendo raggiunto il mondo pio del re degli dèi, essi partecipano ai piaceri celesti di cui godono gli dèi. Dopo aver goduto di quel vasto mondo celeste, ricadono nel mondo dei mortali quando la loro natura pia si è esaurita. Così, coloro che desiderano la gratificazione dei sensi, e sono ricorsi in modo consistente al dharma dei tre Veda, ottengono solo una felicità fugace e si reincarnano più volte. (B.g. 9.2021)
Perciò Sri Krsna si oppone pienamente al dharma ordinario dei Veda a favore di questo dharma, che è puro servizio devozionale a Krsna. Krsna conclude questo importante nono capitolo mettendo in evidenza il potere di questo dharma, la coscienza di Krsna libera da ogni macchia, per purificare e salvare l'anima: "Anche se ha commesso gli atti peggiori, un uomo che si è impegnato nel servizio devozionale alla Mia Persona, deve essere considerato un sadhu perché è sulla via perfetta. Celermente diventa un'anima pura (dharmaatma) e raggiunge la pace eterna. O figlio di Kunti, proclamalo pure con forza: il Mio devoto non perirà mai!" (B.g. 9.3031)
E' solo grazie alla forza della devozione a Krsna che anche un uomo di condotta terribile diventa ben presto devoto del dharma. Non c'è nella Bhagavad-gita una corrispondente sicurezza che la pratica del dharma vedico riuscirà a fare un puro devoto del Signore. Anzi è piuttosto il frutto del trayidharma, i doveri religiosi dei tre Veda, che permette di salire ai pianeti celesti mondani, dai quali si cadrà di nuovo sulla terra mortale.
Perciò per chi è un devoto esclusivo di Dio, Krsna, (bhajate mam ananyabhak) una solida posizione sul livello più alto di dharma arriva automaticamente.



DHARMA ETERNO

Ora che il Signore ha spiegato "questo dharma" (asya dharmasya), che guida al Suo eterno rifugio, possiamo comprendere meglio l'affermazione di Arjuna nell'undicesimo capitolo, quando dice che Sri Krsna è il protettore del "dharma eterno" (sasvata): "Tu sei l'indistruttibile, supremo oggetto della conoscenza. Tu sei la base trascendentale ricettiva di questo universo. Tu sei inesauribile, il protettore del dharma eterno. Concludendo Tu sei la divina, eterna persona." (B.g. 11.18)
In seguito Sri Krsna dichiara nel quattordicesimo capitolo: "In verità Io sono la base del Brahman (spirituale), della immortalità senza fine e del dharma eterno, e sono la suprema felicità." (B.g. 14.27)
Nell'ultimo verso del dodicesimo capitolo Sri Krsna afferma anche che esiste un dharma veramente eterno: "Ma per coloro che onorano completamente questo nettare eterno del dharma, così come è stato descritto (da Me) con tutta la loro fede e considerandoMi il Supremo  quei devoti mi sono infinitamente cari. (B.g. 12.20)
Il diciottesimo capitolo, il capitolo conclusivo della Bhagavad-gita, sintetizza l'intera opera. In questo capitolo Sri Krsna si riferisce tre volte al dharma, la prima è la rinnovata affermazione del Suo precedente ammonimento di limitarsi a compiere il proprio dharma, non quello degli altri: "E' meglio impegnarsi nella propria occupazione, anche per compierla in modo imperfetto, piuttosto che compiere l'occupazione di un altro, sia pure per compierla perfettamente." (B.g. 18.47)
Al di là di questo, tuttavia, abbiamo visto che la Bhagavad-gita ha inizio dove il dharma vedico ordinario si chiude. Sri Krsna ha indicato questo in vari modi. Qui, alla fine del Suo insegnamento, nel modo più drammatico, il Signore dichiara che l'intera resa al Signore è al di sopra dell'intera gamma di doveri sacri, noti generalmente come dharma: "Lascia ogni forma di religione e abbandonati a Me. Io ti libererò da tutte le reazioni del peccato. Non temere." (B.g. 18.66)
Perciò la resa a Krsna, come è dichiarato nel nono capitolo, è il dovere più elevato dell'anima, ed è quindi il dharma supremo. Tutti gli altri dharma sono doveri preliminari, destinati a portarci al più alto livello di comprensione della coscienza di Krsna. Tali dharma convenzionali sono utili finché si arriva al punto della suprema resa a Dio. Perciò non vi sono incoerenze quando il Signore alla fine dichiara che l'intera Bhagavad-gita è finalizzata al dharma in tutti i suoi aspetti: "Io dichiaro che chi studia questo nostro colloquio sacro Mi adora col sacrificio della buona conoscenza. Questa è la Mia opinione." (B.g 18.70)

Hrdayananda Dasa Goswami, libero docente di Indologia presso l'Università di Harward, insegna occasionalmente presso l'Unione Teologica per laureati a Berkeley, in California, ed è assistente universitario presso l'Università di California a Los Angeles.















Srimad-Bhagavatam

IL GIOIELLO DELLE SCRITTURE VEDICHE



Devozione verso Dio,
Amicizia verso i devoti,
Misericordia per gli innocenti

Abbiamo un grande piacere nel pubblicare la versione inedita in lingua italiana dello SrimadBhagavatam, undicesimo canto, la parte conclusiva del grande classico della spiritualità compilato cinquemila anni fa da KrsnaDvapayana Vyasa, tradotto dall'originale sanscrito da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, e completato dai suoi discepoli. Lo SrimadBhagavatam, l'essenza di tutte le Scritture Vediche, è la scienza spirituale che ci permette di conoscere non solo la sorgente ultima di ogni cosa, l'Essere Supremo, ma anche la relazione che ci unisce a Lui, e spiega inoltre che il nostro dovere è di agire per migliorare la società umana sulla base di questa conoscenza infallibile. Chi fosse interessato all'intera opera può contattare la Bhaktivedanta Book Trust Italia.



SrimadBhagavatam, Canto 11, Capitolo 2

(Prosieguo del verso 45 dal numero scorso)


E nell'ultimo capitolo del decimo
Canto (10.90.15), le regine di Dvaraka pregano:

kurari vilapasi tvam vita-nidra na sese
svapiti jagati ratryam isvaro gupta-bodhah
vayam iva sakhi kaccid gadha-nirviddha-ceta
nalina-nayana-hasodara-lileksitena

"Mia cara kurari, ormai è notte tarda. Tutti
dormono. Il mondo intero è ora tranquillo e
pacifico. A quest'ora, Dio, la Persona Suprema,
dorme, benché la Sua conoscenza non sia mai
disturbata, in nessuna circostanza. E allora
perché tu non dormi? Cara amica, sei forse
attratta anche tu, come noi, dagli occhi di loto
della Persona Suprema, dal Suo dolce sorriso,
dalle Sue parole affascinanti? Forse questi
comportamenti della Persona Suprema,
trafiggono il tuo cuore come trafiggono il
nostro?"Srila Visvanatha Cakravarti Thakura ha
citato anche madre Yasoda come esempio di
uttama-adhikari, perché madre Yasoda vide
effettivamente tutti gli esseri viventi nella bocca di
Krsna durante la vrndavana-lila del Signore.
Srila Visvanatha Cakravarti Thakura mette in
rilievo anche nel suo commento, atra pasyed iti
tatha darsana-yogyataiva vivaksita, na tu
tatha darsanasya sarva-kalikata. "In questo
verso la parola pasyet, 'bisogna vedere', non
significa che in ogni istante il devoto possa
visualizzare la forma di Krsna; significa piuttosto
che si è raggiunta quella posizione elevata nel
servizio devozionale, in cui si è capaci di vedere
la forma di Krsna." Se soltanto coloro che
vedono costantemente la forma di Krsna
dovessero venire considerati uttama-adhikari,
allora Narada, Vyasa e Sukadeva non
potrebbero essere considerati i devoti più elevati,
perché non vedono sempre il Signore in ogni
luogo. Certamente, Narada, Vyasa e Sukadeva
sono considerati devoti situati al più alto livello
del puro servizio devozionale, e quindi la vera qualifica è
tad-didrksadhikya, sopraffatti dal desiderio di
vedere il Signore. L'affermazione della
Bhagavad-gita secondo la quale il devoto deve
vedere Krsna in ogni luogo (yo mam pasyati
sarvatra) può dunque essere compreso con
l'esempio di un uomo lussurioso, che pensa che il
mondo sia pieno di belle donne. Similmente,
bisogna sviluppare il desiderio trascendentale di
vedere il Signore in misura tale che si arrivi a
percepire soltanto Krsna e insieme la Sua
potenza; null'altro nell'intero universo.
Vasudevah sarvam iti. In una lettera inviata da
Srila Prabhupada nel 1969 al professor J. F.
Staal dell'Università della California, Srila
Prabhupada affermava che tutti i suoi discepoli
che seguivano rigidamente l'intenso programma
della coscienza di Krsna erano in realtà
sudurlabha-mahatma, che vedevano
vasudevah sarvam. In altre parole, se una
persona è costantemente impegnata nella
coscienza di Krsna con l'intenso desiderio di
compiacere il Signore, e di ottenere un giorno la
Sua compagnia, dobbiamo considerare che nella
vita di quella persona non esiste altro che
Krsna. Srila Visvanatha Cakravarti Thakura ci
ha avvertito, però, che una comprensione
soltanto teorica o accademica del fatto che
Krsna è tutto non ci qualifica come devoti di
prim'ordine. Bisogna avere effettivamente
sviluppato amore per Krsna. Possiamo dunque
comprendere praticamente che chiunque adotti
con entusiasmo il programma della coscienza di
Krsna, e partecipi volentieri alle attività di
predica dell'Associazione Internazionale per la
coscienza di Krsna, sta agendo al livello del
devoto madhyama-adhikari. Quando un tale
devoto è sopraffatto dal desiderio di servire
Krsna e di stare in compagnia del Signore, tanto
da non essere più attratto da nient'altro
nell'universo, dev'essere considerato un
uttama-adhikari, com'è affermato in questo
verso.



VERSO 46


isvare tad-adhinesu
balisesu dvisatsu ca
prema-maitri-krpopeksa
yah karoti sa madhyamah

isvare: a Dio, la Persona Suprema;
tat-adhinesu: alle persone che si dedicano
completamente alla coscienza di Krsna;
balisesu: al neofita o all'ignorante; dvisatsu: alle
persone invidiose di Krsna e dei devoti di
Krsna; ca: e; prema: amore; maitri: amicizia;
krpa: misericordia; upeksah: trascuratezza; yah:
chiunque; karoti: fa; sah: egli; madhyamah: un
devoto di second'ordine.



TRADUZIONE

Un devoto intermedio ossia di seconda
categoria, il madhyama-adhikari, offre il suo
amore a Dio, la Persona Suprema, è un
amico sincero di tutti i devoti del Signore,
prova misericordia per le persone ignoranti
ma innocenti, e trascura coloro che invidiano
Dio, la Persona Suprema.



SPIEGAZIONE

Secondo la Bhagavad-gita, ogni essere vivente
nel mondo materiale è in realtà un frammento
infinitesimale di Dio, la Persona Suprema.
Mamaivamso jiva-loke jiva-bhutah sanatanah
(B.g. 15.7) Ma a causa dell'influsso di maya le
anime condizionate si inorgogliscono e diventano
ostili al servizio del Signore e ai Suoi devoti,
scelgono i loro capi tra i materialisti dediti alla
gratificazione dei sensi e si danno così un gran da
fare in una società inutile di imbroglioni e
imbrogliati, una società di ciechi che guidano altri
ciechi e li fanno cadere nel fosso. Sebbene la
comunità dei vaisnava desideri sinceramente
servire le anime condizionate riportandole alla
loro posizione costituzionale, l'influsso di maya
indurisce il cuore dei materialisti e li spinge a
rifiutare la misericordia dei devoti del Signore.
Secondo Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati
Thakura, il devoto di second'ordine, anche se
desidera predicare alle anime condizionate
innocenti, dovrebbe evitare gli atei, per non
rimanere turbato o contaminato dalla loro
compagnia. Srila Visvanatha Cakravarti
Thakura ha confermato che il vaisnava
dovrebbe essere indifferente verso coloro che
sono invidiosi del Signore Supremo. Vediamo in
pratica che quando queste persone vengono
informate delle glorie di Dio, la Persona
Suprema, cercano di mettere in ridicolo il
Signore Supremo, danneggiando ulteriormente la
loro esistenza contaminata. A questo proposito
Srila Visvanatha Cakravarti Thakura ha citato il
decimo Canto dello Srimad-Bhagavatam
(10.20.36):

girayo mumucus toyam
kvacin na mumucuh sivam
yatha jnanamrtam kale
jnanino dadate na va

"Talvolta in autunno l'acqua cade dalla cima delle
colline per fornire acqua pulita, e altre volte il
flusso si ferma. In modo analogo talvolta i
grandi santi distribuiscono una conoscenza
chiara, e talvolta restano silenziosi."
A questo proposito, Srila Jiva Gosvami ha
commentato che sebbene il devoto di
prim'ordine possa talvolta mostrare un odio
apparente contro i demoni perché entra nel
sentimento dei divertimenti del Signore, i devoti
intermedi dovrebbero evitare tali sentimenti. Il
devoto intermedio inoltre, non dovrebbe mai, in
nessun caso, frequentare gli atei potenti, perché
rischia di ritrovarsi la mente confusa a causa di
queste compagnie. Secondo Srila Visvanatha
Cakravarti Thakura, se un predicatore
vaisnava incontra una persona che gli è ostile,
dovrebbe rimanerne lontano, anche se il
predicatore vaisnava può meditare sul modo di
salvare gli invidiosi. Questa meditazione è detta
sad-acara, comportamento santo. Srila Jiva
Gosvami ha citato Prahlada Maharaja come
esempio di persona santa. Nello
Srimad-Bhagavatam (7.9.43) c'è questa
affermazione di Prahlada:

naivodvije para duratyaya-vaitaranyas
tvad-virya-gayana-mahamrta-magna-citta h
soce tato vimukta-cetasa indriyartha-
maya-sukhaya bharam udvahato vimudhan

"O migliore tra le grandi personalità, io non temo
affatto l'esistenza materiale, perché dovunque Io
mi trovi, sono completamente assorto nel
pensiero delle Tue glorie e delle Tue attività. Mi
preoccupo soltanto dei pazzi e dei mascalzoni
che fanno piani elaborati per rincorrere la felicità
materiale e mantenere le loro famiglie, le loro
società e le nazioni. Mi preoccupa soltanto
l'amore che provo per loro." Un predicatore
vaisnava medita costantemente sul bene di tutti
gli esseri, ma non accetterà la compagnia di
coloro che non sono ricettivi al messaggio del
Signore Supremo, Krsna. A questo proposito
Srila Visvanatha Cakravarti Thakura afferma
che perfino Bharata Maharaja, Vyasadeva e
Sukadeva Gosvami non manifestano la propria
misericordia in modo indiscriminato.
Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura ci ha
dato una spiegazione elaborata per dimostrare
che la discriminazione applicata da un
predicatore madhyama-adhikari non è affatto
un segno di mancanza di misericordia. Egli
afferma che upeksa, la negligenza di cui parla
questo verso, è la giusta medicina per coloro che
sono ostili al Signore Supremo e ai Suoi devoti.
L'indifferenza da parte del predicatore impedisce
lo sviluppo di sentimenti ostili da ambo le parti.
Sebbene le Scritture vediche ingiungano di
tagliare la lingua a una persona che offende il
Signore Supremo e i Suoi devoti, in quest'era la
cosa migliore è quella di evitare i potenziali
offensori evitando così che vengano commesse
ulteriori attività colpevoli contro i
vaisnava. Il predicatore vaisnava ha il dovere
di dimostrare l'inutilità di qualsiasi altro metodo
che non sia la sottomissione al Signore Supremo,
anche se una persona invidiosa potrebbe
risentirsi di una predica così forte e diretta e
mancare di rispetto al devoto, pensando che stia
criticando inutilmente gli altri. Questa categoria di
persone che non possono apprezzare la
misericordia dei vaisnava dev'essere trascurata,
altrimenti, secondo Srila Bhaktisiddhanta
Sarasvati Thakura, la loro mentalità tesa
all'inganno peggiorerà ogni giorno di più.
Coloro che non sono attratti dal movimento del
sankirtana di Sri Caitanya Mahaprabhu e
mancano di rispetto ai fedeli servitori di Sri
Caitanya, considerando le sicure affermazioni dei
devoti sul movimento del sankirtana come
ostacoli alla propria adorazione al Signore, non
riusciranno mai a fissare la mente su Krsna, ma
cadranno gradualmente dal sentiero della
devozione confondendo le attività esterne del
mondo materiale con la vera adorazione di Dio,
la Persona Suprema, Krsna. Questa confusione
è stata espressa con l'espressione bhayam
dvitiyabhinivesatah syat.
Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura ha
decisamente respinto questi sciocchi che, con la
scusa della misericordia e dell'equanimità,
accettano anche persone infedeli come devoti del
Signore Supremo e cercano così di affidare
impropriamente l'hari-nama, il santo nome di
Dio, a persone offensive. Srila Bhaktisiddhanta
ha affermato: "Le persone infantili che pensano di
essere dei maha-bhagavata, e agiscono
sfidando il maestro spirituale vaisnava, a causa
del loro comportamento non potranno ricevere la
misericordia del guru vaisnava. Confusi dal
falso ego, questi sedicenti devoti si meriteranno
sempre più di essere trascurati dai puri devoti
situati a livello intermedio e saranno defraudati
della misericordia che deriva dalla soddisfazione
dei devoti. Così diventano asadhu commettendo
costantemente offese contro i devoti che
predicano il santo nome di Krsna. Perciò i puri
devoti manifestano indifferenza, in ogni
circostanza, verso coloro che s'illudono di essere
visuddha-bhakta, puri devoti del Signore, e
questa indifferenza è un'ottima manifestazione
della loro misericordia." In altre parole, quelli che
criticano i predicatori vaisnava situati a livello
intermedio perché fanno discriminazioni tra
coloro che sono degni di ricevere la misericordia
del Signore e coloro che sono invece soltanto
invidiosi, non possono comprendere la missione
del Signore. Krsna stesso afferma nella
Bhagavad-gita (4.8):

paritranaya sadhunam
vinasaya ca duskrtam
dharma-samsthapanarthaya
sambhavami yuge yuge

"Io discendo di era in era per liberare i virtuosi,
annientare i miscredenti, e per ristabilire i princìpi
della religione." Perfino un grande vaisnava
come Sukadeva Gosvami, uno dei dodici
mahajana di questo universo, ha espresso
disprezzo per il malvagio Kamsa.
Srila Jiva Gosvami ha messo in rilievo che
sebbene il devoto maha-bhagavata possa agire
a livello intermedio al fine di predicare, il fatto
che egli respinga gli esseri invidiosi non ostacola
la sua visione del Signore onnipervadente.
Piuttosto, quando un devoto di prim'ordine, o
anche un devoto di second'ordine, rifiuta la
categoria degli atei sta esprimendo la missione di
Dio, la Persona Suprema. In realtà il vaisnava
di prim'ordine o di livello intermedio non arriva
mai ad odiare un altro essere vivente, ma nel suo
intenso amore per il Signore Supremo
s'incollerisce quando il Signore viene offeso.
Inoltre, poiché comprende la missione del
Signore, discrimina sulla base della posizione di
ogni essere vivente particolare. Considerare un
simile predicatore vaisnava una persona
ordinaria che prova sentimenti di odio, o
considerarlo settario perché dichiara che il puro
servizio devozionale è il più elevato tra tutti i
metodi di progresso spirituale, denota una
visione materialistica chiamata vaisnave
jati-buddhih, o gurusu nara-matih. Una simile
offesa trascina il suo autore in una condizione
infernale, in conformità delle leggi della natura.
Secondo Srila Jiva Gosvami, anche se un
maha-bhagavata vede ogni essere vivente
come un'anima spirituale pura, sperimenta però
una particolare estasi e altri sintomi quando
incontra un altro vaisnava. Questo non
contraddice la sua visione di devoto supremo,
anzi, è un sintomo del suo amore per Krsna. Il
puro devoto vede ogni essere vivente come un
frammento di Sri Krsna, ed esprime quindi il
suo amore per Krsna attraverso l'amore per
tutte le espansioni e le creazioni di Krsna.
Eppure, questo stesso maha-bhagavata prova
una speciale estasi d'amore vedendo un altro
essere vivente che soddisfa direttamente i sensi
del Signore Supremo. Questi sentimenti sono
espressi in un'affermazione di Siva ai Praceta:

ksanardhenapi tulaye
na svargam napunar-bhavam
bhagavat-sangi-sangasya
martyanam kim utasisah

"Se si ha la fortuna di ottenere la compagnia di
un devoto anche solo per una frazione di
secondo, non ci si sente più attratti dai risultati di
karma o di jnana. Quale interesse si potrebbe
avere quindi per le benedizioni degli esseri
celesti, che sono soggetti alle leggi di nascita e
morte?" (S.B. 4.24.57) Similmente, Siva
afferma ancora:

atha bhagavata yuyam
priyah stha bhagavan yatha
na mad bhagavatanamca
preyan anyo 'sti karhicit

"Voi siete tutti devoti del Signore, e perciò vi
considero degni di rispetto quanto Dio, la
Persona Suprema. Io so che in questo stesso
modo i devoti rispettano me, e mi considerano
molto caro. Così nessuno può essere più caro ai
devoti di me." (S.B. 4.24.30) Similmente nel
primo Canto dello Srimad Bhagavatam
(1.7.11), Srila Sukadeva Gosvami è definito
nityam visnu-jana-priyah, particolarmente caro
ai puri devoti del Signore.
Le meravigliose relazioni tra i vaisnava situati al
livello più elevato sono dimostrate nei
divertimenti della Caitanya-caritamrta. In altre
parole, benché un vaisnava veda ogni essere
vivente come un frammento di Krsna, deve
discriminare nel suo comportamento esteriore in
modo da non interferire con l'obiettivo originario
della creazione del Signore, quello di rieducare
gli esseri viventi in modo che possano
gradualmente tornare a Dio, nella loro dimora
originale. Un puro devoto non pretende
scioccamente di avere una visione equanime
nell'avvicinare le persone ostili; egli, rispetta
invece la missione del Signore secondo
l'affermazione della Bhagavad-gita (4.11)
nell'espressione ye yatha mam prapadyante
tams tathaiva bhajamy aham.
D'altra parte, se questo è il desiderio del
Signore, il puro devoto può offrire il suo rispetto
a tutti gli esseri. Srila Jiva Gosvami, per esempio,
cita il fatto che Uddhava e altri puri devoti del
Signore erano sempre pronti ad offrire i loro
rispettosi omaggi perfino a individui come
Duryodhana. I madhyama-adhikari, invece,
non dovrebbero imitare questo comportamento
dell'uttama-adhikari. A questo proposito, la
distinzione tra il madhyama-adhikari e
l'uttama-adhikari è definita da Srila Visvanatha
Cakravarti Thakura con le seguenti parole: atra
sarva-bhutesu bhagavad-darsana-yogyata
yasya kadacid api na drsta. Il
madhyama-adhikari non riesce a percepire la
presenza del Signore Supremo in tutti gli esseri
viventi, mentre un uttama-adhikari, per quanto
agisca a livello intermedio per compiere la
missione del Signore, è consapevole del fatto che
ogni essere vivente è in ultima analisi un essere
cosciente di Krsna, coperto dall'oblio. Anche se
un devoto può impegnarsi esternamente in
quattro categorie di comportamento, come
menziona questo verso cioè l'adorazione del
Signore, l'amicizia con i devoti, la predica agli
innocenti e il rifiuto per i demoni non è detto che
si trovi al livello intermedio; infatti anche
l'uttama-adhikari può manifestare questi sintomi
per compiere la missione del Signore. A questo
proposito Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati
Thakura spiega che è dovere del
madhyama-adhikari trasformarsi in un efficiente
strumento nella mano destra dell'uttama-adhikari,
facendo voto di operare per il bene degli altri e
offrendo il proprio aiuto per distribuire l'amore
per Krsna.
Infine, Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura
ha spiegato molto bene la differenza tra arcana
e bhajana. Arcana si riferisce al livello della
sadhana-bhakti, in cui si serve il Signore per
seguire le regole del metodo prescritto. Una
persona che ha raggiunto il rifugio del santo
nome del Signore, ed è completamente
impegnata nello sforzo di servire il Signore,
dev'essere considerata invece al livello di
bhajana, anche se talvolta le sue attività esterne
possono essere meno rigide di quelle del neofita
impegnato nell'arcana. Questa apparente
mancanza di rigidezza, comunque, si riferisce al
fatto di trascurare non tanto i princìpi di base di
un comportamento giusto e la rinuncia alla
gratificazione dei sensi, ma piuttosto i dettagli del
cerimoniale vaisnava.
(continua sul prossimo numero)















Maestri in Cucina

GUSTOSE RICETTE VEGETARIANE

Una cena Inglese Vegetariana

di Kurma Dasa

La cucina inglese è calda e sostanziosa e particolarmente adatta alle giornate autunnali. Le patate e i formaggi hanno un ruolo fondamentale come anche le zuppe cremose e vellutate. Le ricette di questo menù costituiscono un ottimo spunto per assaggiare combinazioni particolari dal gusto delicato e caldo.



Zuppa di broccoli e formaggio cheddar

Tempo di preparazione e di cottura: 25 minuti

Ingredienti per 4 persone:

750 ml di acqua
250 g di broccoli tagliati a cimette
150 ml di farina
1/2 cucchiaino di assafetida in polvere
2 tazze di latte caldo
125 g di formaggio cheddar grattugiato
1/2 cucchiaino di pepe nero appena macinato
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaio di prezzemolo appena tritato

1. Mettete l'acqua e i broccoli in una pentola e portate ad ebollizione a fuoco moderato. Quando bolle abbassate la fiamma e cuocete i broccoli finché non saranno morbidi. Togliete dal fuoco.
2. Nel frattempo, in un'altra pentola sciogliete il burro a fuoco lento. Quando il burro è sciolto aggiungete l'assafetida e soffriggetela per un minuto. Aggiungete la farina e cuocetela mescolando in continuazione finché non abbia preso un colore dorato. Con attenzione aggiungete, poco alla volta, il latte caldo e mescolate con una frusta finché il composto non si sarà addensato. Aggiungete il formaggio, il pepe nero e il sale.
3. Aggiungete i broccoli con l'acqua nel composto precedentemente preparato e mescolate bene, stando attenti a non rompere le cimette di broccoli. Decorate con il prezzemolo fresco tritato e servite immediatamente.







Jacket Potatoes al pesto di rucola

Tempo di preparazione e di cottura: 1 ora

Ingredienti per 46 persone:

6 patate grandi
150 g di foglie di rucola fresca
2 cucchiai di pinoli
1 tazza di parmigiano grattugiato
3 cucchiai di olio extravergine di oliva

1. Lavate accuratamente le patate e cuocetele in forno, con la buccia, finché non sono morbide.
2. Nel frattempo lavate le foglie di rucola e asciugatele bene. Spezzettatele grossolanamente e mettetele nel frullatore insieme ai pinoli. Tritate fino a formare una pasta omogenea. Aggiungete 3/4 del formaggio e tritate ancora. Mentre il frullatore è ancora in funzione aggiungete l'olio d'oliva finché il pesto è pronto.
3. Quando le patate sono pronte apritele per lungo e riempitele con una cucchiaiata generosa di pesto. Servitele calde e spolverizzatele con il parmigiano rimasto.







Torta di ricotta all'arancia

Tempo di Preparazione: 20 minuti
Tempo di Refrigerazione: almeno 12 ore

Ingredienti per una torta di 20 cm:

Ingredienti per la base

2 tazze di briciole di pan di Spagna secco grattugiate grossolanamente
1/4 di cucchiaino di zenzero in polvere
1/3 di tazza di burro fuso

Ingredienti per il ripieno

350 g di panir soffice o di ricotta di mucca
3/4 di tazza di latte condensato zuccherato
1/2 tazza di succo di limone
2 cucchiaini di buccia d'arancia grattugiata

1. Preparazione della base: mescolate le briciole di pan di Spagna, lo zenzero in polvere e il burro. Versate il composto ottenuto sul fondo di uno stampo per torta apribile del diametro di 20 cm, facendo un bordo di 2,5 cm di altezza. Mettete in frigorifero per mezz'ora.
2. Preparazione del ripieno: con un cucchiaio di legno lavorate il formaggio fino ad ottenere una crema e, sempre mescolando, aggiungete lentamente il latte condensato, il succo di limone e la buccia d'arancia. Gli ingredienti si possono anche frullare.
3. Versate il ripieno sopra la base, distribuitelo uniformemente e mettete in frigorifero. Decorate la torta con panna montata e pezzettini di arancia oppure a piacere.















Storie Vediche

NARRAZIONI TRATTE DAI TESTI VEDICI

Il Dito del Re

Raccontato e illustrato da Ananta Sakti Dasa

Molto tempo fa viveva un re col suo ministro. Il re, benché forte e generoso aveva un temperamento rude. Il ministro era saggio, paziente, ed era devoto di Dio. Nelle attività giornaliere il re generalmente pensava di essere colui che causava ogni cosa. Il ministro invece vedeva la mano di Dio in ogni situazione. Nonostante queste differenze, il re apprezzava il ministro; così essi erano solidi amici.
Per proteggere i cittadini dalle bestie pericolose, il re armato di arco e frecce, spesso cavalcava nella foresta con un piccolo gruppo di uomini. Il suo ministro era sempre con loro.
Un giorno, durante una partita di caccia, il re orgogliosamente superò un boschetto col suo cavallo, quando un grosso cobra si parò di fronte al cavallo sputando veleno dai suoi denti velenosi. Il cavallo spaventato, scalciò con violenza sbalzando in aria il re.
Il re piombò sul terreno accanto al serpente e subito il serpente conficcò i suoi denti nel suo dito, strisciando poi nel sottobosco.
Il re comprese che se non avesse subito provveduto a tagliare il dito, il veleno avrebbe viaggiato nel suo corpo raggiungendo il cuore e uccidendolo. Senza esitare un attimo, sfoderò la sua spada e troncò il dito.
Il ministro del re medicò la sua mano e cercò di placarlo con le sue sagge parole.
"Considera questo soltanto una misericordia di Dio. Accettala come parte del Suo piano."
Scosso e arrabbiato com'era, il re non apprezzò il punto di vista del ministro.
_Sta zitto!" Gli disse.
Ma il ministro continuò a parlare della misericordia del Signore.
Questo atteggiamento fece incollerire a tal punto il re che rivolgendosi ai suoi uomini ordinò: "Riportate subito in città questo sciocco ministro e chiudetelo in prigione."
Determinato a non cambiare il suo progetto di caccia per quel giorno, con la mano accuratamente bendata, il re attraversò da solo la foresta, alla ricerca delle bestie feroci.
Dopo un po' di tempo il re fu accerchiato da una squadra di malviventi. Essi lo catturarono e lo legarono. Poi il capo, con un sogghigno, parlò con voce burbera.
"Questo è il tuo giorno fortunato: ho l'intenzione di sacrificarti alla dea Kali. Non ogni giorno lei può godere di sangue reale".
Il re, invece si considerava molto sfortunato. Legato con le funi, non aveva modo di salvarsi dalla sanguinosa morte sull'altare di Kali.
Puntando il dito sul re, il capo ordinò ai suoi uomini: "La nostra offerta umana deve essere svestita, lavata e coperta da vesti nuove e profumate."
Mentre gli uomini lo svestivano, uno di loro gridò: "Guardate, non ha un dito."
Osservando la mano del re, il capo della banda restò deluso.
"Non è possibile offrire alla dea Kali un uomo incompleto", borbottò. "Lasciatelo, sciocchi, e trovate qualcun altro."
Inaspettatamente libero dai legami, il re montò a cavallo e tornò spedito in città. Recandosi direttamente alla prigione, il re ordinò di rilasciare il ministro. Abbracciando il suo amico, il re si scusò. "Per la misericordia di Krsna ho perso un dito, e come risultato mi è stata risparmiata la vita!"
Dopo aver spiegato l'incredibile episodio al suo ministro, il re si fermò pensieroso. "Sono ancora un po' turbato. Se tutto ciò è accaduto per la misericordia di Krsna, per quale ragione tu sei stato messo in prigione?"
Con un guizzo di consapevolezza negli occhi, il ministro rispose: "Se non mi avessi ordinato di andare in prigione, sarei rimasto vicino a te, quando sei stato catturato. Poiché non ero privo di nessun arto, indubbiamente la banda avrebbe usato me come offerta umana."
Il re e il suo ministro risero di gusto, mentre le lacrime rigavano le loro guance. Contenti di essere vivi, essi furono entrambi d'accordo che si trattava certo della misericordia del Signore.
Estratto dal testo: Storie vediche dell'India antica.















Srila Prabhupada parla chiaro

"I vostri capi pensano come cani e gatti"

Continuano i discorsi tra A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada e alcuni suoi discepoli. Questa conversazione si svolge a Los Angeles, il mattino del 13 Dicembre 1973, durante una passeggiata lungo la spiaggia del Pacifico.



Srila Prabhupada: Ora la scelta è vostra: "Sto andando a ricevere un corpo di cane o un corpo divino?" Quella scelta sta a voi. Questo è il significato quando si ha una forma corporea umana. Un cane non può scegliere di elevarsi nella sua prossima vita. Non è dotato di potere discriminante. Voi invece sì. Se non lo fate, state perdendo la vostra reale opportunità. Yanti devavrata devan pitrn yanti pitrvratah: "Coloro che adorano gli esseri celesti andranno sui pianeti degli esseri celesti. Coloro che adorano Me, verranno alla mia dimora." Questo è ciò che Krsna assicura nella Bhagavad-gita. Dovunque tu voglia andare, ti sarà possibile, ma devi usare in modo appropriato la tua forma corporea.
Discepolo: Srila Prabhupada, anche il governo ha la responsabilità di vedere che i cittadini non si degradino?
Srila Prabhupada: Sì. Quello è dovere del governo  vedere che i cittadini non si degradino. Un padre responsabile, per esempio, pensa: "Ora questi bambini sono affidati alla mia protezione. Io devo assicurarmi che ricevano una buona educazione e facciano avanzamento nel corso della loro vita." Questo è dovere del padre. Naturalmente, oggi il padre pensa: "Lasciamo che vadano all'inferno."
Questo è tutto. Oggi i padri agiscono in questo modo.
Tuttavia, questo è ancora il
loro dovere. In modo analogo è dovere del governo vedere che i cittadini migliorino. Sfortunatamente i Vostri
moderni capi di governo non sanno cosa si intende per
progresso  qual è il vero fine della vita umana? Essi
non lo sanno. Così, chi li guiderà? Essi pensano alla
stregua di cani e gatti. Sfortunatamente i capi dei governi attuali, non sanno cosa significa progresso — qual è la vera meta della vita umana. Non lo sanno. Perciò
come guideranno? Il loro pensiero assomiglia a quello
dei cani e dei gatti. "Se puoi mangiare di più allora la
tua vita ha successo." Il loro pensiero è molto povero.

Soltanto la forza fisica  questo per loro è successo. Non riflettono sul fatto che l'elefante ha molta forza fisica, la tigre ha molta forza fisica, ma qual è il significato della loro vita? Che realizzazione spirituale essi possono raggiungere? Dopo tutto sono animali. Eppure i vostri capi hanno la stessa mentalità. "Se ricevi la forza di un elefante o di una tigre, allora la vita è un successo."
Questi capi pensano così perché non conoscono la vera meta della vita. Il cane non conosce lo scopo della vita. Anche se dico: La realizzazione spirituale è lo scopo della vita", il cane non capirà perché il suo corpo non è adatto a una comprensione elevata, spirituale. Un essere umano invece può capire. E' per questo che ci sono tanti libri di conoscenza. Se le persone non ricevono questa conoscenza adeguata, perderanno il punto importante riguardante la vita. Parabhavas tavad abodha-jato yavan na jijnasata atmatattvam: Fino a che non si arriva a comprendere l'anima spirituale, qualunque cosa si faccia, si sarà sconfitti perché si perde il punto principale.
Proprio come cani e gatti, le persone stanno accettando il corpo materiale temporaneo come il loro vero sé, e operano su questa piattaforma. Perciò la loro vita è rovinata. Così la nostra missione consiste nel salvare l'essere umano impedendogli di rovinare la sua vita. rendendola simile a quella degli animali. Questa è la nostra missione. E' l'opera umanitaria più grande.
Discepolo: Ma, Srila Prabhupada, Krsna ci ha dato il libero arbitrio col quale noi possiamo accettare o rifiutare la vita divina. Dovrebbe il governo portar via la nostra libera volontà di scelta?
Srila Prabhupada: No, questo non è possibile. La libera volontà non può essere portata via e non può essere garantita. Ma è sempre all'interno di noi. Krsna dice che ci ha concesso la libera volontà dall'eternità. Tuttavia il Suo personale consiglio è: _Ti sto ora rivelando questa conoscenza più confidenziale. Controlla il tuo cosiddetto libero arbitrio ed arrenditi a Me." Questa è la conoscenza più confidenziale. "Se ti arrendi a Me, agirai solo per il tuo bene, ma se continui a fidarti della tua libertà, non sarai felice."
Nella vita spirituale esiste ancora la libera volontà.
Quando ti elevi alla coscienza di Krsna, servi Krsna in piena libertà. Non diventi una pietra. La libera volontà esiste. Per esempio nel tempio i devoti vestono la forma di Krsna con molta arte. Non è questa libera volontà? In cucina essi creano ricche preparazioni per Krsna. Questa non è libera volontà?
I filosofi Mayavadi e i Buddisti dicono: "Lascia perdere questa libera volontà e allora diventerai felice." Noi però non proponiamo di fermare la nostra libera volontà, ma di purificarla. Se per esempio, il tuo occhio soffre di cataratta, diciamo cura la cataratta. Mantieni l'occhio. Ma gli impersonalisti e i Buddisti propongono: _Togli l'occhio e buttalo via. Allora non ci sarà più il disturbo di vedere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ciò che è puro e ciò che è impuro."
Questo è ciò che propongono gli impersonalisti. Nirvisesavadi. Nirvisesa significa niente individualità, niente personalità, niente varietà: "Ogni cosa è uno". E i buddisti propongono: sunyavadi. Sunya significa: _Ogni cosa è zero." Se in definitiva ogni cosa è uno o zero, allora non si pone il problema di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato.
La nostra filosofia non è niente di tutto ciò. Non è: _Tutto è uno", non è: _Tutto è zero". Non affermiamo cose di questo genere. La varietà esiste, ma si tratta di varietà purificate. Tat paratvena nirmalam. Nirmalam significa "purificato". Perciò il nostro procedimento consiste nel purificare ogni cosa. Non vogliamo fermare ogni cosa. Non è questo che proponiamo. Gli impersonalisti e i Buddisti non possono trovare una soluzione ai problemi del mondo. Ciò accade perché essi vogliono portare ogni cosa allo stop. "Chiudi questa attività." Supponi che un affare non vada molto bene. Sta lavorando in perdita. Così qualcuno dice: "Chiudilo". Tuttavia un esperto arriva e dice: "Perché dovresti chiuderlo? Va bene. Lo farò funzionare. Ne avrai un profitto."
Allora, qual è l'uomo migliore? Il primo che dice con disappunto: "Chiudi questo affare. Non c'è profitto", o il secondo che dice: "Non chiuderlo. Ci sarà un profitto, se però lo gestirai in modo adeguato."
E' questo che proponiamo. Non diciamo: _Ferma tutte queste attività materiali." No. "Agisci adeguatamente in modo da avere un reale profitto e un reale beneficio." Quello è il nostro programma. Non vogliamo portare tutto a zero. No. Perché dovremmo farlo? Ogni cosa può essere presa in considerazione e spiritualizzata.
In una tipica azienda, per esempio, i lavoratori non si preoccupano del proprietario. Quasi tutti intascano una parte dei beni. A causa di questi furti come potrà l'azienda prosperare?
In modo analogo questi capi di governo mascalzoni non hanno alcuna idea del proprietario del mondo. Così si comportano in modo assurdo depredando i beni e generando la confusione. Ne consegue che il risultato non è vantaggioso.
Se invece i lavoratori accettano pensando: "No, il vero proprietario è il signor tal dei tali e desidera che facciamo il nostro lavoro in questo modo", allora il risultato sarà favorevole. Tutti noi nel mondo materiale pensiamo di essere proprietari. Come potrà quindi questa "azienda" funzionare bene? Questa è la situazione reale. Tutti pensano di essere i proprietari, dimenticando di essere i lavoratori. Questo è l'errore. E' per questa ragione che l'azienda è male amministrata e non ha profitto soltanto caos. Questa è la situazione.















La Confederazione Nazionale
delle Associazioni per la Coscienza di Krsna è stata riconosciuta come Ente Morale dallo Stato Italiano.

A partire da questo numero troverai allegato un bollettino di Conto Corrente con il quale effettuare la tua donazione a favore della Confederazione.















Calendario Vaisnava

Festività, Ricorrenze, Celebrazioni

Anno 1999 - Gaurabda 513

Mese di Vamana
(dal 28 Giugno al 29 Luglio)

9 Luglio. Venerdì, Yogini Ekadasi,
digiuno di cereali e legumi.
10 Luglio. Sabato, Dvadasi, interruzione del digiuno dalle 04:42-09:48*.
12 Luglio. Lunedì, Scomparsa di Gadadhara Pandita;
Scomparsa di Srila Bhaktivinoda Thakura (digiuno fino a mezzogiorno).
14 Luglio. Mercoledì, Festival del Ratha Yatra di
Jagannath Puri; Scomparsa di Svarupa Damodara;
Scomparsa di Sivananda Sena.
23 Luglio. Venerdì, Sayana Ekadasi.
24 Luglio. Sabato, Mahadvadasi, si osserva oggi il digiuno di legumi e cereali.
25 Luglio. Domenica, Dvadasi, interruzione del digiuno dalle 04:56-08:03*.
28 Luglio. Mercoledì, Guru (Vyasa) Purnima;
Scomparsa di Sanatana Goswami. Inizia il Primo
Mese di Caturmasya (si osserva il digiuno di Shak,
e di verdure a foglie verdi per un mese.



Mese di Sridhara
(dal 30 Luglio al 26 Agosto)

2 Agosto. Lunedì, Scomparsa di Gopal Bhatta Gosvami.
5 Agosto. Giovedì, Scomparsa di Lokanatha Goswami; Anniversario della fondazione della ISKCON a New York.
7 Agosto. Sabato, Karnika Ekadasi, digiuno di cereali e legumi.
8 Agosto. Domenica, Dvadasi, interruzione del digiuno dalle 05:1109:57*.
15 Agosto. Domenica, Scomparsa di Raghunandana Thakura; Scomparsa di Vamsidas Babaji.
22 Agosto. Domenica, Pavitropana Ekadasi, digiuno di cereali e legumi; inizio del Jhulan Yatra di
Radha Govinda.
23 Agosto. Lunedì, Dvadasi, interruzione del digiuno dalle 05:2810:01*; Scomparsa di Rupa Goswami; Scomparsa di Gauridas Pandita.
26 Agosto. Giovedì, Fine del Jhulan Yatra; Apparizione di Sri Balarama (digiuno fino a mezzogiorno); Inizia il Secondo Mese di Caturmasya (si osserva il didiuno di yogurt per un mese).



Mese di Hrsikesa

(dal 26 Agosto al 27 Settembre)

27 Agosto. Venerdì, data della partenza di Srila Prabhupada per gli Stati Uniti.

Nota: * L'ora legale non è considerata.















Festa della Domenica
Tutte le domeniche dell'anno, dalle prime ore del pomeriggio, siete invitati ad una splendida festa!
La festa sarà animata da conferenze, danze e canti trascendentali.
Sarà l'occasione per conoscere l'antica saggezza dell'India.
Inoltre potrete gradire le succulente specialità vegetariane che vi saranno servite durante il banchetto della serata.



Tempi principali:

Bergamo - Villaggio Hare Krishna,
(da Medolago strada per Terno d'Isola)
24040  Chignolo d'Isola (BG)
Tel. 035/4940706

Firenze - Villa Vrndavana,
via Scopeti, 108  50026  San Casciano in Val di Pesa (FI)
Tel. 055/820054

Vicenza - Prabhupada Desh,
via Roma, 9 - 36020 Albettone (VI)  Tel. 0444/790573



Centri Culturali:

Asti - Frazione Valle Reale, 20
14018  Roatto, (AT)  Tel. 0141/938406

Bologna - via Ramo Barchetta, 2
Castagnolo Minore 40010  Bentivoglio (BO)
Tel. 051/863924

Milano - Centro Culturale Govinda,
via Valpetrosa, 5  20123 Milano  Tel. 02/862417

Padova - Centro Culturale Hare Krishna,
Corso del Popolo, 1  35131 Padova  Tel. 049/8751219

Roma - Hare Krishna Forum, piazza Campo de' Fiori,
27  00186 Roma  Tel. 06/6832660



Radio Krsna Centrale
Via Scopeti, 106 - 50026 - San Casciano in Val di Pesa (FI) — Tel.055/820054
e-mail: rkcfi@radiokrishna.com
http://www.radiokrishna.com



ISKCON su internet
http://www.hkitaly.it/harekrsna/















Fine del numero di luglio-agosto 1999.